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Le supermarché des images

dall’11 febbraio
dal 07 giugno 2020
Jeu de Paume, Parigi

Viviamo in un mondo sempre più saturo di immagini.

Il loro numero sta crescendo in modo così esponenziale – oggi più di tre miliardi di immagini condivise ogni giorno sui social media – che lo spazio di visibilità sembra letteralmente sopraffatto. Come se non potesse più contenere le immagini che lo costituiscono. Come se non ci fosse più spazio, non più spazi vuoti tra di loro. Ci avvicineremmo così al limite che Walter Benjamin, già un secolo fa, immaginava sotto forma di “uno spazio al cento per cento detenuto dall’immagine”.

Di fronte a una tale sovrapproduzione di immagini, si pone più che mai la questione della loro conservazione, della loro gestione, del loro trasporto (anche elettronico) e dei percorsi che seguono, del loro peso, fluidità o la viscosità dei loro scambi, i loro valori fluttuanti – in breve, la questione della loro economia. Nel lavoro da cui proviene questa mostra, la dimensione economica della vita delle immagini prende il nome di iconomia.

Le opere scelte per “Le supermarché des images” danno uno sguardo incisivo e vigile a tali problemi. Da un lato, riflettono gli sconvolgimenti che influenzano l’economia in generale oggi, che si tratti di scorte con dimensioni senza precedenti, materie prime rarefatte, lavoro e sue mutazioni verso forme immateriali o addirittura valore e le sue nuove espressioni, soprattutto sotto forma di criptovalute. D’altra parte, queste opere mettono anche in discussione il futuro della visibilità nell’era dell’economia globalizzata: attirata nella circolazione incessante, l’immagine – qualsiasi immagine – ci appare sempre più come una cornice di congelamento , vale a dire, come una cristallizzazione momentanea, come l’equilibrio temporaneamente stabilizzato delle velocità che lo costituiscono.

Nel supermercato qui esposto, in breve, le immagini dell’economia parlano ogni volta dell’economia dell’immagine. E viceversa, come se formassero una doppia faccia.

Commissario generale: Peter Szendy
Curatori associati: Emmanuel Alloa e Marta Ponsa

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